Nel
settore industriale riciclare gli scarti della lavorazione dei
tessuti come ad esempio lana o stracci è ormai un’abitudine basti
pensare che ogni anno vengono rigenerati circa 50.000 tonnellate di
lana. Nella raccolta dei rifiuti domestici gli stracci una volta
raccolti vengono portati a centri di selezione quindi divisi per
tipologia di tessuto e avviati al riciclaggio più idoneo.
martedì 21 maggio 2013
Abiti usati
Indagini
statistiche hanno rilevato che ogni anno una persona "consuma"
in media circa 15/20 kg di materiale tessile (indumenti, biancheria,
accessori). Una buona parte di questo materiale si disperde
attraverso l’usura, i lavaggi e il deterioramento, mentre la parte
restante finisce insieme alla spazzatura e, pertanto, viene smaltita
in discarica o negli inceneritori. Sulla base di numerose esperienze
già maturate in Italia, risulta che è possibile recuperare,
togliendo dallo smaltimento finale, 2 kg/anno per abitante di abiti
dismessi. Questa massa di "rifiuti" incide per almeno l’1%
di tutta la spazzatura domestica prodotta!
lunedì 18 febbraio 2013
A volte ritornano
Rieccoci nuovamente qui. E' passato parecchio tempo dal mio ultimo post e questa sera non so come mai ho avuto il desiderio o l'impulso di andare a cercare quel blog che avevo iniziato e messo da parte per lungo tempo. Sono successe tante cose in questo periodo, alcune belle, altre meno, ma come diceva qualcuno, quello che non uccide fortifica. Stasera avevo bisogno di parlare con qualcuno e come spesso mi accadeva in passato, quando mi andavo a rifugiare tra le righe di questo blog, anche questa sera ho fatto la stessa identica cosa. Quale amico migliore di qualcuno che ti ascolta senza interrompere ne giudicarti ne tantomeno riempirsi la bocca con i soliti intercalari tipo "te lo avevo detto" o "si capiva" o altre frasi solite di circostanza. È un po' quasi come avere un amico immaginario con il quale puoi rapportarti in qualsiasi momento della giornata, specialmente la notte, parte della giornata particolarmente a me cara. La notte.....
mercoledì 11 gennaio 2012
Lavatoio abbandonato
Ai margini ovest del
centro storico, subito dopo le possenti mura della Porta Gemina a
Porta Romana, sulla destra, è possibile ammirare l’antico lavatoio
in travertino, da tempo ormai abbandonato. Sporcizia varia, mucchi
di foglie secche, accantonate agli angoli dal turbinio del vento e
deiezioni solide umane; questo lo spettacolo che si presenta al
turista, una volta giunto sul posto. Mai come in questo caso, appare
appropriato il vecchio adagio che recita: “Occhio non vede, cuore
non duole”. In effetti, il sito non è facilmente visibile dal
marciapiede, di conseguenza neanche l’immondizia. Allora, perché
affannarsi a pulire uno spazio dove non va quasi nessuno, avranno
pensato i preposti alla pulizia. Molti, infatti, sono gli ascolani
che non ne conoscono neanche l’esistenza, ma non è così per i
turisti, i quali, pianta alla mano, percorrono l’intero centro
storico alla scoperta dei tesori che la città di Ascoli è in grado
di offrire. E pensare che questo lavatoio è di particolare
interesse, quale documentazione storica dei nostri antenati. Allora
perché quest’inerzia, quest’indifferenza, questa sorta di
disprezzo da parte di alcuni ascolani, per questa città che, con
Urbino, è la più bella delle Marche?. L’ antico lavatoio è
situato sotto delle ampie volte sostenute da colonne in travertino,
da cui si accede dopo esser scesi lungo due rampe in pietra. In
passato fu interamente restaurato e da allora è stato abbandonato al
suo destino. E’ davvero triste vedere questo ambiente ridotto
così, sembra quasi lo si voglia tenere nascosto. Non si capisce perché
l’intera area, così ricca di storia non sia giustamente
valorizzata”. E pensare che anche il lavatoio di Porta Romana (a
ovest), insieme a quello ubicato a Porta Cappuccina (a nord), Porta
Maggiore (a est) e Piazzarola (a sud), fa parte della storia della
città perché ricorda i tempi in cui le nostre nonne andavano a
lavarci i loro panni.
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mercoledì 6 ottobre 2010
Il degrado dell'Annunziata
E’
giunto il tempo perchè il comune cominci a riconsiderare il ruolo e la funzione
del “Parco dell’Annunziata”, stante lo stato d’abbandono e degrado dell’intera
area. Sarebbe il caso di dare nuovo impulso al parco, un ambiente considerato importante per il benessere fisico e psichico degli
ascolani, tra l’altro sede della facoltà di Architettura. Sono molti, infatti, quelli
che hanno l’impressione che in questa città, la cura del territorio non è
intesa come una priorità e che l'ambiente non è ancora visto come parte
essenziale dell'economia locale e neppure interpretato come patrimonio comune e
risorsa della collettività. “Non chiedo molto, vorrei
essere tenuto in considerazione come avviene per le automobili. Per queste,
dietro il tribunale, si sta facendo un grosso parcheggio, dove, nella parte
superiore, è gia stata posta l’inferriata di protezione, mentre da oltre due
anni, all’annunziata , una
stradina è ancora priva di recinzione”. Il luogo a cui si fa riferimento è il sentiero che si trova subito dopo aver superato la prima rampa della scalinata dell’annunziata. E’ una stradina che si snoda sulla destra
(lato ovest), in parte sopra via Ricci,
che conduce ad un piccolo piazzale privo di panchine. Ed è la parte esterna del
vialetto, particolarmente pericolosa, che da oltre due anni attende di
essere protetta con una recinzione in metallo. Per realizzare il parcheggio, in
pochi mesi sono stati trovati oltre cinquecento mila euro, mentre in oltre due
anni, il comune non è stato in grado di raggranellare qualche migliaio d’euro
per mettere in sicurezza il tratto di stradina. Lo stato d’abbandono è
evidenziato anche dalla posizione di una branca della pianta di prugne
selvatiche, la quale, schiantata forse a causa di un gesto vandalico, da circa
tre mesi ne ostruisce il passaggio. Il
degrado, invece, si riscontra, nelle recinzioni divelte o mancanti, dalle
panchine con doghe di legno marcite, cordoli in travertino rimosse dal loro
alloggiamento e dal nuovo crollo di parte del muro di contenimento situato lungo
viale della Rimembranza, adiacente un tratto di muro realizzato in “opus
reticolatum”.E cosa dire della scalinata che dalla Piazzarola porta al largo
antistante la facoltà di Architettura e l’Archicaffè, percorsa giornalmente
dagli studenti. Questa è parzialmente franata e, nonostante le continue
segnalazioni ed il lungo tempo trascorso, sembra destinata a rimanere tale. Per
questo tipo d’intervento, ovviamente, il comune non ha risorse disponibili.
mercoledì 17 febbraio 2010
Porta Gemina a pezzi
Dieci massicci blocchi di travertino, che un tempo
adornavano i due archi a tutto sesto della “Porta Gemina”, da oltre 30 anni
sono addossati al muraglione di Largo Porta Romana e semi sommersi dalla terra.
Dei quattro blocchi ancora rimasti ai piedi dell’arco, adiacente la strada, due
sono stabili al loro posto, mentre gli altri due sono stati divelti. Visto che stanno facendo i lavori
nell’Anfiteatro romano, non capisco
perché quei blocchi di travertino non li spostano in quell’area, dato che ce ne
sono degli altri. Un vero peccato, inoltre, la perdita di più di sessanta pietre
in travertino che adornavano il muro in “opus reticolatum”. Tale mancanza ha contribuito notevolmente ad
aggravare la situazione perchè i buchi, prima due ed ora tre, con il passare
degli anni ed a causa delle intemperie, sono diventati più grandi. Eppure, la Porta Gemina è di
particolare interesse, per il suo alto valore documentario-archeologico, poiché
risale al I secolo avanti Cristo. Allora perché quest’inerzia,
quest’indifferenza, questo disprezzo e, verrebbe quasi da dire, quest’odio, da parte di alcuni, per la nostra
città? Qualcuno potrebbe affermare che il degrado è “inevitabile”, però, quando
vuole, il Comune è capace di ripristinare e far rispettare i luoghi storici. I visitatori
che arrivano a Porta Romana, però, non capiscono questo stato d’abbandono. Così
i turisti, venuti per ammirare i luoghi che, nelle nostre guide sono indicati
come portatori dei più alti valori della civiltà picena, finiscono per domandarsi
come mai i discendenti di quel popolo,
che ha edificato in questi luoghi, oggi non li rispettano più. Anche un occhio
poco esperto, individua senza fatica i segni del degrado che avanza e di queste
situazioni, purtroppo, la città ne annovera parecchie. L’assurdo, poi, è che la
città di Ascoli vuol vivere facendosi forte di questo glorioso passato,
ignorando, a volte, che il suo presente e futuro, come “città d’arte”, sono
legati sicuramente ai luoghi della sua storia. E pensare che in molte altre città,
i monumenti sono considerati delle vere risorse al
punto di valorizzare anche quelli più insignificanti.
lunedì 8 dicembre 2008
L'amicizia
L’amicizia una splendida parola, una scelta, una promessa, un patto... Una parola importante che a volte può perdere purtroppo valore, può venire tradita, dimenticata improvvisamente passare.... Come l’amore....Peggio dell’amore. L’amicizia dovrebbe avere meno pretese, perchè si basa solo sulla felicità di stare insieme, e non si dovrebbe viverla di gelosie o tradimenti, ma dovrebbe essere l’insenatura tranquilla dove rifugiarsi nei periodi di qualsiasi tempesta... L’amicizia va coltivata è bello poter rinunciare a qualsiasi cosa proprio in suo nome... L’amicizia significa: risolvere qualsiasi difficoltà parlando, stare con gli amici a bere e a chiacchierare di quella persona appena passata. Del cameriere che non capisce l’ordinazione, del film appena visto, delle vacanze fatte.Del libro appena letto, di un piccolo problema, di una grande felicità.... L’amicizia è come una cena non tutta scena....... Una cena vera, sincera, allegra, divertente,dove si ride di cuore, dove si getta la maschera, dove si è veri, dove non ci si nasconde, dove si è felici per la felicità dell’altro perchè quella felicità è anche la nostra felicità.... Perchè ci appartiene e abbiamo faticato, perchè abbiamo voluto che fosse così e per non perdere mai la bellezza, i sapori, profondità e la leggerezza di quella cena: "nulla è facile che valga".... Non c’è niente di più bello che vedere i tuoi amici a quella tavola con la stessa allegria di sempre, quella stessa felicità di quando ci si è conosciuti.... Ritrovare le risate, le promesse che non abbiamo mai tradito e la volontà e le fatiche che non ci sono mai pesate.... GUARDARSI E SENTIRE NEL PROPRIO CUORE L’ECO DI QUELLA PAROLA: L’AMICIZIA.... io soffro molto di più per un’amicizia finita che di un’amore finito.... anche se mi chiedo se è finita era veramente amicizia?
giovedì 11 settembre 2008
Licantropia
In qualche luogo i sogni diventeranno realtà.
C'è un lago solitario
illuminato dalla luna per me e per te
come nessuno per noi soli.
Lì la scura bianca vela spiegata
in un vago vento non sentito
guiderà la nostra vita-sonno
laddove le acque si fondono
in un lido di neri alberi,
dove i boschi sconosciuti vanno incontro
al desiderio del lago di essere di più
e rendono il sogno completo.
tutti vanamente al confine della luna,
sentendo che ciò di cui siamo fatti
è stato qualche volta musicale.
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