mercoledì 17 febbraio 2010

Porta Gemina a pezzi


Dieci massicci blocchi di travertino, che un tempo adornavano i due archi a tutto sesto della “Porta Gemina”, da oltre 30 anni sono addossati al muraglione di Largo Porta Romana e semi sommersi dalla terra. Dei quattro blocchi ancora rimasti ai piedi dell’arco, adiacente la strada, due sono stabili al loro posto, mentre gli altri due sono stati divelti.  Visto che stanno facendo i lavori nell’Anfiteatro romano, non capisco perché quei blocchi di travertino non li spostano in quell’area, dato che ce ne sono degli altri. Un vero peccato, inoltre, la perdita di più di sessanta pietre in travertino che adornavano il muro in “opus reticolatum”. Tale mancanza ha contribuito notevolmente ad aggravare la situazione perchè i buchi, prima due ed ora tre, con il passare degli anni ed a causa delle intemperie, sono diventati più grandi. Eppure, la Porta Gemina è di particolare interesse, per il suo alto valore documentario-archeologico, poiché risale al I secolo avanti Cristo. Allora perché quest’inerzia, quest’indifferenza, questo disprezzo e, verrebbe quasi da dire,  quest’odio, da parte di alcuni, per la nostra città? Qualcuno potrebbe affermare che il degrado è “inevitabile”, però, quando vuole, il Comune è capace di ripristinare e far rispettare i luoghi storici. I visitatori che arrivano a Porta Romana, però, non capiscono questo stato d’abbandono. Così i turisti, venuti per ammirare i luoghi che, nelle nostre guide sono indicati come portatori dei più alti valori della civiltà picena, finiscono per domandarsi  come mai i discendenti di quel popolo, che ha edificato in questi luoghi, oggi non li rispettano più. Anche un occhio poco esperto, individua senza fatica i segni del degrado che avanza e di queste situazioni, purtroppo, la città ne annovera parecchie. L’assurdo, poi, è che la città di Ascoli vuol vivere facendosi forte di questo glorioso passato, ignorando, a volte, che il suo presente e futuro, come “città d’arte”, sono legati sicuramente ai luoghi della sua storia. E pensare che in molte altre città, i monumenti sono considerati delle vere risorse al punto di valorizzare anche quelli più insignificanti.