Dieci massicci blocchi di travertino, che un tempo
adornavano i due archi a tutto sesto della “Porta Gemina”, da oltre 30 anni
sono addossati al muraglione di Largo Porta Romana e semi sommersi dalla terra.
Dei quattro blocchi ancora rimasti ai piedi dell’arco, adiacente la strada, due
sono stabili al loro posto, mentre gli altri due sono stati divelti. Visto che stanno facendo i lavori
nell’Anfiteatro romano, non capisco
perché quei blocchi di travertino non li spostano in quell’area, dato che ce ne
sono degli altri. Un vero peccato, inoltre, la perdita di più di sessanta pietre
in travertino che adornavano il muro in “opus reticolatum”. Tale mancanza ha contribuito notevolmente ad
aggravare la situazione perchè i buchi, prima due ed ora tre, con il passare
degli anni ed a causa delle intemperie, sono diventati più grandi. Eppure, la Porta Gemina è di
particolare interesse, per il suo alto valore documentario-archeologico, poiché
risale al I secolo avanti Cristo. Allora perché quest’inerzia,
quest’indifferenza, questo disprezzo e, verrebbe quasi da dire, quest’odio, da parte di alcuni, per la nostra
città? Qualcuno potrebbe affermare che il degrado è “inevitabile”, però, quando
vuole, il Comune è capace di ripristinare e far rispettare i luoghi storici. I visitatori
che arrivano a Porta Romana, però, non capiscono questo stato d’abbandono. Così
i turisti, venuti per ammirare i luoghi che, nelle nostre guide sono indicati
come portatori dei più alti valori della civiltà picena, finiscono per domandarsi
come mai i discendenti di quel popolo,
che ha edificato in questi luoghi, oggi non li rispettano più. Anche un occhio
poco esperto, individua senza fatica i segni del degrado che avanza e di queste
situazioni, purtroppo, la città ne annovera parecchie. L’assurdo, poi, è che la
città di Ascoli vuol vivere facendosi forte di questo glorioso passato,
ignorando, a volte, che il suo presente e futuro, come “città d’arte”, sono
legati sicuramente ai luoghi della sua storia. E pensare che in molte altre città,
i monumenti sono considerati delle vere risorse al
punto di valorizzare anche quelli più insignificanti.
mercoledì 17 febbraio 2010
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